L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, PER UNA FILIERA AGROALIMENTARE SOSTENIBILE

Il tema della sostenibilità è il filo conduttore di tutti gli interventi che hanno avuto luogo lo scorso 6 maggio a Milano alla presentazione del CIRFOOD District. In particolare, la relazione tra innovazione sociale e tecnologica è stata al centro del dibattito che ha animato il tavolo “Foodtech sostenibile”, coordinato da Alberto Luna, Senior partner di Talent Garden.

La tecnologia è infatti uno strumento che offre molteplici soluzioni e applicazioni in tanti ambiti del business, compreso il settore agroalimentare: un punto di vista ormai ampiamente condiviso, che
trova, ad oggi, numerose applicazioni.

Resta aperta tuttavia la sfida di coinvolgere il consumatore ed educarlo all’innovazione perché, come sottolinea ancora Alberto Luna, “possa comprendere quello che sta mutando nella filiera e nel piatto per poterne riconoscere l’effettivo valore”.

“Foodtech sostenibile”: i partecipanti al tavolo del CIRFOOD District

Insieme ad Alberto Luna, hanno coordinato il tavolo dedicato al “Foodtech Sostenibile” anche Alberto Mezzaroba, Chief Information Officer CIRFOOD e Massimo Sideri, Direttore Corriere innovazione. i partecipanti, invece, sono stati: Luca Apriletti, Imprenditore e Mentor POLIHUB MILANO, Alessandro Braga, Corporate Innovation Director TALENT GARDEN, Daniele Bruttini, Co-Founder QUOMI, Lucia Chierchia, Managing Partner GELLIFY, Paolo Cuccia, Presidente GAMBERO ROSSO, Roberto Giovannini, Partner KPMG, Max Leveau, COO & MD Italy FORWARDING FOODING, Michele Martinotti, Head of Marketing Italy TOO GOOD TO GO, Gloria Mosca, Welfare GRUPPO IREN, Carlo Recchia, Delegato regionale Lombardia COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA, Claudia Trazza, General Manager UNILEVER FOOD SOLUTION, Stefano Vaglietti, Partner REPLY e Adolfo Villafiorita, Head of Unit FONDAZIONE BRUNO KESSLER.

Durante l’occasione, gli ospiti hanno evidenziato un concetto di innovazione sostenibile che implica la coesistenza di una serie di fattori: la tutela dell’ambiente, il rispetto dei diritti dei lavoratori lungo la filiera e l’individuazione di una strategia economica efficace, in un’ottica che vede la tecnologia come un supporto per tutti gli ambiti dello sviluppo innovativo.

Rendere sostenibile la filiera agroalimentare: le nuove sfide

Obiettivo del tavolo di lavoro era, dunque, capire in che modo la tecnologia possa contribuire a rendere più sostenibile la filiera agroalimentare. La discussione si è in un primo momento concentrata sull’individuazione delle principali sfide che gli operatori del settore devono affrontare per garantire un efficace dialogo tra innovazione e sostenibilità.

Migliorare la user experience

Il primo passo da fare è rendere la tecnologia fruibile e di semplice utilizzo in tutte le fasi della filiera. In altre parole, migliorare e semplificare la user experience a 360°, non soltanto dal punto di vista del consumatore, ma anche dell’operatore o dell’agricoltore, che possono trarre beneficio dall’utilizzo di piattaforme o applicazioni avanzate.

Garantire la sostenibilità economica del business

Le aziende possono utilizzare la tecnologia per individuare il “premium price”, ovvero un prezzo che rispetti il valore di quanto prodotto. Esistono, a tal proposito, alcune ricerche che permettono di stimare con precisione quanto un consumatore sia disposto a pagare per un prodotto sostenibile. Una preziosa indicazione per le aziende dell’agrifood.

Migliorare la comunicazione e garantire la trasparenza

Terza sfida è quella della comunicazione e della trasparenza. Un consumatore è, infatti, disposto a tradurre la propria attitudine alla sostenibilità in scelte commerciali se è certo che il prodotto o il servizio acquistato rispecchia determinati criteri. Dal punto di vista dell’azienda, dunque, la necessità è quella di rendere accessibili queste informazioni, coerentemente con la vision aziendale e con le altre iniziative promosse.

Foodtech sostenibile: le applicazioni nella filiera agroalimentare

In che modo però, nel concreto, la tecnologia può essere applicata e dove può fare la differenza? Gli esperti del tavolo “Foodtech sostenibile” hanno individuato alcune soluzioni innovative.

Recupero e gestione delle eccedenze alimentari

Sono diversi i progetti già attivi che mirano a un recupero delle eccedenze alimentari, tra tutti sta riscuotendo molto successo Too good to go, un’applicazione che permette di acquistare parte dell’invenduto di esercizi commerciali e ristoranti.

Un’altra strategia antispreco prevede la digitalizzazione dell’etichetta, un modo per il consumatore di avere sempre sotto controllo la data di scadenza dei prodotti, attraverso la ricezione di alert.

In fase di produzione, la tecnologia consente inoltre di ottimizzare i parametri di lavorazione delle macchine per ridurre gli sprechi.

I partecipanti al tavolo hanno sottolineano come sia necessario un maggiore coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni locali, nonché una revisione legislativa.

Smart packaging

Un packaging “intelligente” è un secondo ambito di applicazione della tecnologia a supporto della sostenibilità. Durante il tavolo “Foodtech sostenibile”, alcuni dei partecipanti al tavolo hanno spiegato come l’IoT (Internet of Things) possa essere utilizzato per progettare e realizzare confezioni compostabili e “parlanti”, capaci di fornire informazioni precise e affidabili sull’alimento sia a chi si occupa dei controlli che al consumatore finale. 

Ricerca di cibi alternativi

Al centro del dibattito sulla filiera alimentare c’è anche la necessità di rendere sostenibile la produzione di alcuni alimenti che hanno un forte impatto ambientale. È il caso delle carni rosse. A questo proposito i partecipanti al tavolo hanno sottolineato l’importanza di continuare ad investire sulla ricerca di alternative: prodotti nuovi e completi sul profilo nutrizionale. Tra le proposte già esistenti, che spaziano dal functional food al DNA food, troviamo, ad esempio,l’idea di riutilizzare gli scarti di produzione per ottenere alimenti, oppure materiali destinati all’edilizia o all’industria tessile: è il caso dei mattoni dal latte di scarto o dei tessuti ottenuti dagli scarti degli agrumi.

Tracciabilità dei processi di produzione in una filiera trasparente e integrata

Al tavolo si è parlato anche dell’applicazione della blockchain in agricoltura: tecnologia che potrà rivoluzionare, in parte già lo sta facendo, le modalità di verifica, controllo e garanzia dell’intera filiera del food. Altra strategia altamente tecnologica per monitorare la filiera è, inoltre, l’utilizzo di sensori per monitorare i parametri ambientali e il processo di crescita delle piante.

Promozione di nuovi modelli di business

La piena sostenibilità della filiera alimentare si può ottenere solo attraverso l’individuazione di un modello di business in grado di evitare gli sprechi o gestire le eccedenze. Un ottimo esempio è il “Meal Kit” di Quomi: una box che contiene gli ingredienti nelle giuste quantità e le istruzioni per realizzare una preparazione per numero preciso persone. In questo modo, nessun componente della ricetta andrà buttato e sarà possibile monitorare le opinioni dei consumatori/utenti.

Dialogo con il consumatore

Il contatto diretto con il consumatore consente di raccogliere una buona quantità di dati e avere un feedback immediato sulla qualità dei prodotti e dei servizi, informazioni utili anche per pianificare eventuali azioni e velocizzare il lancio di nuove linee.

Open innovation e collaborazione con le start-up

Il valore aggiunto del processo di innovazione tecnologica è, secondo gli esperti che hanno preso parte al dibattito del tavolo dedicato al “Foodtech sostenibile”, la trasparenza. Per questo è importante valorizzare la open innovation e adottare un approccio che non trascuri gli aspetti etici, culturali e ideologici a favore delle pressioni di tipo commerciale o utilitaristico. L’innovazione è di successo solamente se il consumatore ne percepisce il valore e l’azienda è capace di dimostrare la propria autenticità.

In questo quadro, non bisogna sottovalutare il ruolo di stimolo svolto dalle start up. Sono moltissime sul territorio e rappresentano una risorsa preziosa per le aziende tradizionali, per le realtà più innovative, ma anche per quelle più grandi e radicate. Non è semplice garantire dialogo e integrazione, ma gli esperti non hanno dubbi nel ritenere che un equilibrio di ruoli possa generare un impatto positivo sull’ambiente, sulla filiera e sulle persone.

Quale ruolo per il CIRFOOD District?

Il ruolo che si prospetta per il CIRFOOD District è duplice. Da un lato, può essere un primo spazio di effettiva sperimentazione e applicazione di alcune innovazioni sostenibili, dall’altro è potenzialmente un luogo d’incontro per i vari attori che possono fare la differenza in questo campo. Nello specifico, ciò che ancora manca è un punto di contatto concreto tra startup e aziende che potrebbero trovare, nel CIRFOOD District, il luogo in cui instaurare collaborazioni fruttuose e immaginare le caratteristiche di un rapporto duraturo, che rispecchi l’esigenza di sostenibilità a 360°.

CIRFOOD DISTRICT, IL CENTRO DI OPEN INNOVATION SU CIBO E NUTRIZIONE

06/05/2019

Un luogo destinato alla ricerca, alla sperimentazione, alla formazione e all’intrattenimento in cui approfondire i temi legati alla cultura del cibo per costruire insieme nuove idee e visioni sul futuro della nutrizione.